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IL NOSTRO MANIFESTO

Le colonne portanti della nostra visione di Italia

Sovranità

La sovranità è l’espressione della volontà di un popolo di affermare la propria esistenza. L’Italia deve tornare padrona del proprio destino al fine di realizzare il modello sociale incardinato nella nostra Costituzione. Il governo dell’economia, e dunque della moneta, deve tornare nelle mani degli italiani al servizio degli italiani. È dunque imprescindibile l’uscita dall’Unione Europea e dalla moneta unica.

Lavoro

Il lavoro è la strada maestra per la realizzazione della persona umana: chi è sottoposto al ricatto economico difficilmente può contribuire liberamente alla vita politica e sociale del Paese. È soltanto tramite il perseguimento della piena occupazione e la ricostruzione di un vero stato sociale che favorisca il superamento dello stato di bisogno che si potrà realizzare una democrazia sostanziale e non solo formale.

Strategia industriale

Il rilancio del nostro Paese passa attraverso l’attuazione di una vera politica industriale. L’intervento pubblico non può limitarsi a una regolamentazione passiva dell’attività economica ma deve concretizzarsi direttamente con l’articolazione di una rete di imprese statali, che creino lavoro e che costituiscano un volano per tutto il settore privato. Lo Stato deve abbandonare un'imposizione fiscale vessatoria e la corrente deriva burocratista per diventare un partner a tutti gli effetti dell’imprenditoria nostrana.

Al centro del Mediterraneo

La geografia colloca naturalmente l’Italia al centro del Mediterraneo. Sfruttare questa centralità deve diventare il fulcro di uno sviluppo geostrategico orientato a ripristinare l’area d’influenza storicamente propria del nostro Paese. La realizzazione di questo progetto non può prescindere dal rilancio industriale e commerciale del Mezzogiorno.

Confini e autodeterminazione

Rispettare i confini nazionali significa rispettare il diritto dei popoli all’autodeterminazione. Uno stato che abbia realmente a cuore la propria sovranità deve quindi esercitare un controllo capillare su persone, merci e capitali in transito attraverso i suoi confini. Solo così è possibile tutelare i propri lavoratori e le proprie imprese da una competizione al ribasso che non si può e non si deve accettare.

Unire l'Italia

L’Italia è una. Assicurare un’effettiva continuità territoriale a tutte le aree del Paese non è soltanto un dovere costituzionale dello Stato ma anche la condizione necessaria per una completa rinascita economica e sociale. Soltanto con il controllo pubblico delle infrastrutture telecomunicative e di trasporto è possibile predisporre il terreno fertile per la fioritura di nuove imprese e per sanare il divario fra Nord e Sud Italia aggravatosi negli ultimi trent’anni.

Una vera sanità pubblica

Salvare il Servizio Sanitario Nazionale dalla pericolosa china in cui si trova significa innanzitutto dare un colpo di spugna a decenni di tagli, privatizzazioni ed esternalizzazioni. Ripristinarne il carattere nazionale superando la deriva dell'aziendalizzazione e della regionalizzazione è indispensabile per offrire a tutti gli italiani la possibilità di accedere gratuitamente alle migliori cure. Solo perseguendo quest’obiettivo sarà possibile garantire a tutti una vera libertà di cura, riportando il paziente al centro del sistema sanitario.

Torna la scuola

Il sistema dell’istruzione pubblica va risollevato dopo anni di tagli indiscriminati che ne hanno minato le fondamenta. Occorre fronteggiare la cronica carenza di personale scolastico con una massiccia campagna di assunzioni e mettere in campo consistenti interventi di manutenzione e riqualificazione dell’edilizia scolastica. Bisogna perseguire concretamente il principio della gratuità del sistema scolastico, a partire dai nidi d’infanzia, e rifiutare in blocco la degenerazione aziendalistica di scuole e università.

Sovranità alimentare

L’autonomia di uno Stato passa inesorabilmente dalla sovranità alimentare. L’adesione acritica alla globalizzazione e, in particolare, i paradigmi imposti dall’UE stritolano da anni i nostri agricoltori e allevatori, costringendoli a una concorrenza al ribasso con importazioni alimentari di scarsa qualità. Proteggere il nostro settore primario è dunque prioritario: solo così si può tutelare nel mondo il marchio Made in Italy e, al contempo, permettere agli italiani di essere i primi a godere dei frutti della propria terra.

No al green, sì al verde

La crisi ambientale a cui assistiamo non è che uno degli effetti della globalizzazione sfrenata. Per affrontare la sfida di coniugare le esigenze ecologiche a quelle sociali occorre una politica economica lungimirante, che sappia superare la retorica della “green economy” promuovendo la costruzione di una vera “industria verde”. In funzione di questa progettualità, l’Italia deve sviluppare una propria strategia energetica che differenzi al massimo le fonti di approvvigionamento e che riporti sotto il controllo pubblico tutte le attività di distribuzione dell’energia.

Bellezza e cultura

L’Italia è il Paese della Bellezza ma da tempo assistiamo a una rivalsa del Brutto. È necessario contrastare la periferizzazione in atto da decenni nelle nostre città e mettere in campo ambiziosi piani di rigenerazione urbana a partire dalle zone dimenticate delle aree metropolitane. Al contempo bisogna opporsi al modello di turismo “mordi e fuggi” e riprendere a valorizzare ogni settore del nostro patrimonio artistico e culturale.

Finalmente giustizia

Il sistema giustizia è uno dei nodi principali che strozzano il Paese. Le piccole e insignificanti riforme che si sono susseguite in tempi recenti  non hanno fatto altro che aggravarne i problemi. È necessaria una vera rivoluzione, che passi da due capisaldi: elezione diretta e a suffragio universale dei Procuratori della Repubblica e giurie popolari per ogni ordine e grado di processo penale. La giustizia deve tornare nelle mani del popolo, per il popolo.