Luigi Mangione non è il nuovo Ted Kaczynski, ma è la spia di un problema molto più ampio e risalente che, nonostante il passaggio di guerre e Presidenti, si ripropone con sempre maggior vigore. Una sorta di peccato originale che ha innervato il sogno dell'american dream, mutuato dalla dottrina calvinistica della Predestinazione che giocoforza - data la scarsità di risorse - non contempla il successo di tutti, ma di pochi.
"Il liberismo ha i giorni contati" cantavano i Baustelle, ma non è esattamente così. Semmai bisogna riconoscere che la marea montante di suoi detrattori, anche inconsci, sta aumentando: negli USA ad esempio è emerso come gli esaltatori del gesto di Mangione non siano pericolosi comunisti, ma per lo più elettori di Trump, un personaggio percepito a torto o a ragione come esterno al sistema creato dal Giano bifronte Repubblicano/Democratico, noto per la pervasività con cui ha occupato scientificamente tutti i gangli del potere (si pensi al fantomatico "deep state") e del canale di comunicazione con il potere economico, quasi a zombificare l'apparato amministrativo fino a renderlo del tutto permeabile alle istanze di Wall Street e dintorni.
Al netto delle elezioni democratiche (o così si spera), come si fa a mantenere un simile sistema di potere? Non solo creando un circuito di cooptati che andranno ad occupare i gangli di cui sopra, ma soprattutto con la propaganda, spesso incentrata sul "migliore dei mondi possibili", sul TINA (There Is No Alternative) e sulla demonizzazione dei sistemi economici diversi da quello a stelle e strisce. Da qui deriva la privatizzazione di tutti i servizi, tranne che dell'elefantiaco apparato militare, sovrafinanziato - come una sorta di moderna coorte pretoriana - dallo Stato federale per eseguire i desiderata di Washington DC e mantenere salde le élite al comando.
Questo sistema, che non prevede meccanismi di salvaguardia per la cittadinanza, ha generato crisi economiche sempre più ravvicinate (dal 1929 al 1986, passando poi al 2008) e sempre più devastanti, che in assenza di un filtro statuale, hanno consentito un rastrellamento delle ricchezze dai cittadini e dall'estero verso le tasche di sempre meno entità (vedi la Triplice Alleanza di Vanguard, Blackrock e State Street).
La mancanza di una coscienza di classe - parolone spesso mal compreso, soprattutto dagli odierni marxisti - ha facilitato il gioco dei padroni del vapore, grazie anche alla martellante propaganda di cui sopra che ha spappolato ogni aggregato. E non bisogna essere dei cultori della Società Aperta di Popper per comprendere come la distruzione scientifica (o il depotenziamento) di ogni costrutto sociale porti la società moderna a farsi "di spettri" o, per citare un'immagine manzoniana, a finire come i capponi di Renzo, mentre la sorveglianza del Panopticon aumenta sempre più, fino a raggiungere punte distopiche.
Ed è qui che arriva un Mangione qualsiasi, a fari spenti (ottima famiglia, istruzione della Ivy League), a mostrare che il Re è nudo, ossia che esista qualcosa - a torto o a ragione - per cui valga la pena di esporsi. Guy Fawkes applaudirebbe... Ma sappiamo anche com'è finito.