Anatomia del giovane globalista

Le 4 caratteristiche dei moderni fanatici della globalizzazione

Le 4 caratteristiche dei moderni fanatici della globalizzazione

Venerdì 15 Ottobre 2021

Il giovane adepto del credo globalista possiede una serie di caratteristiche, di marker si potrebbe dire, che lo rendono facilmente individuabile. Eccole.

CONFORMISMO
Il soggetto pensa, agisce e parla sempre e solo come gli viene indicato dal mainstream. Le sue parole e le sue azioni sono eterodirette e perfettamente allineate all'agenda mediatica del giorno. Qual è il refrain che rimbalza su tutti i tg e su tutti i giornali? Vi basterà guardare le bacheche del giovane globaliota per saperlo, perché troverete sempre le stesse affermazioni. E le stesse "analisi". C'è da inginocchiarsi per BLM e tacciare di razzismo chi non lo fa? Il giovane globaliota eseguirà all'istante. C'è da supportare il DDL Zan senza se e senza ma, strillando all'omofobia in caso di dissenso? Idem. C'è da rinchiudersi in casa senza fiatare e vomitare odio contro chi pone domande sulla gestione della pandemia? Uguale. E così via, in un copia e incolla acritico, automatico, quasi militare.

OICOFOBIA
Addestrato da serie tv, giornaloni e influencer vari a considerarsi "cittadino del mondo", il giovane globaliota occidentale sviluppa una fortissima allergia a tutto ciò che concerne la propria cultura di provenienza. Il disprezzo verso la propria nazionalità e la propria Storia arriva a toccare estremi patologici, in cui il soggetto si vergogna del colore della propria pelle e si scaglia contro i propri simili. Ogni concetto che sappia anche solo lontanamente di "identità", diventa tossico e irricevibile. A questo segue un'irrefrenabile voglia di dissolversi in una melma indistinguibile dal resto, sull'onda di un assurdo senso di colpa e sbandierando il tutto come una conquista civile. Il migrante, in quanto persona sradicata per eccellenza, diventa un punto di riferimento. La minoranza, in quanto entità separata dall'originario senso comune, si trasforma in un culto.

CLASSISMO
Quante volte avete sentito questi individui augurarsi la fine del suffragio universale, lamentarsi della presunta ignoranza dell'elettorato avverso, considerare inferiori coloro che non sfoggiano titoli o riconoscimenti accademici? Quante volte avete sentito costoro elogiare i magnati dell'alta finanza o i padroni delle potenti multinazionali, veri "filantropi" e "illuminati" dinnanzi alla plebaglia che "non dovrebbe decidere"? Il giovane globaliota è un feroce classista ed è convinto di appartenere ad una sorta di élite intellettuale circondata da milioni di buzzurri. La realtà è ben diversa ma, analizzando quest'ultima esclusivamente attraverso gli schieratissimi canali ufficiali, il soggetto non matura alcun dubbio.

BIPENSIERO
Accogliere senza se e senza ma chiunque sbarchi sulle nostre coste perché bisogna "restare umani", ma massacrare di tagli alla spesa pubblica famiglie ed imprese perché "ce lo chiede l'Europa". Piangere per il clandestino tunisino e ridere del disoccupato greco, invocare la tolleranza e augurare la morte al proprio avversario, strillare al fascismo e supportare la censura... Sono solo alcuni esempi del bipensiero orwelliano a cui il giovane globaliota va incontro con la massima naturalezza: credere in una cosa e nel suo esatto opposto allo stesso tempo, con la certezza incrollabile di non dover rendere conto a nessuno in quanto individuo appartenente alla schiera dei buoni, a cui tutto deve essere concesso.

Il giovane globaliota è il parto di una non-cultura, l'espressione massima di un Occidente che corre ad occhi chiusi e col sorriso sulla faccia verso un dirupo, ripetendo a se stesso “me lo merito.” È il servo perfetto, immaturo quanto basta per non mettersi in discussione, debole e fanatico quanto serve per aiutare il sistema. 

Va detto che non tutti i giovani sono così e in tanti, con coraggio, rifiutano una tale follia. Per fortuna. Perché, se non fosse così, saremmo già fottuti.

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