Dopo il recente omicidio di Afragola, molti stanno invocando a gran voce l'educazione affettiva nelle scuole. La strategia è nota: prima si crea ad arte un’emergenza a partire dai fatti di cronaca, poi si fa passare in tutta fretta una riforma sociale sulla scia emotiva della suddetta emergenza ed ecco che il gioco è fatto.
Ora, per quanto sia assurdo doverlo puntualizzare, l'omicidio esiste da che esiste l'uomo e non è certo con un corso a scuola di qualche ora che se ne scopre la malvagità. Al contempo, però, occorre riconoscere che oggi l’educazione affettiva, pilastro fondamentale della formazione umana, vive effettivamente una crisi epocale. Ma è davvero compito della scuola? No. Quest'educazione non può che avvenire nel luogo in cui ogni bambino sperimenta per la prima volta un intreccio di affetti e relazioni: la propria famiglia.
Ed è questo il nucleo del problema, che nessuno, nemmeno questo Governo “conservatore”, ha il coraggio di affrontare: la famiglia si è sgretolata. I nostri adolescenti sono immersi in un mare di stimoli e riferimenti ancorati al Nulla, preda delle loro immediate pulsioni e privi dei più elementari meccanismi di regolazione cognitiva ed emotiva.
E la scuola? La scuola può fare tanto per contribuire all’educazione affettiva. No, non con un "circle time" animato da due maestrine ideologizzate e incattivite, una militante femminista e uno psicologo a contratto. Ma con gli strumenti che ha sempre avuto: i corsi di letteratura, di arte, di diritto. Ore preziose che l'ennesima sgangherata riforma comprimerebbe ancor di più, in un momento in cui molti alunni non sono in grado di comprendere un testo complesso. A un ragazzo di oggi non serve riempirsi la bocca di parole-talismano come "empatia" e “gentilezza" se non è neppure capace di mettersi nei panni di qualcun altro perché non ha mai letto un romanzo.
Meloni, Valditara e tutto il centro-destra non dispongono né degli strumenti di analisi né del coraggio politico per indicare una via. Culturalmente subalterni ai progressisti, parlano di interventi culturali e propongono progetti scolastici. Insomma, creano scatole vuote che, puntualmente, verranno occupate dall’ideologia mortifera che sta penetrando in ogni dove.