Nell'ultima settimana in molti ci hanno chiesto una posizione in merito alla proposta di tassare gli extra profitti delle banche formulata dal Governo Meloni. C'è un motivo per cui abbiamo atteso così tanto prima di esprimerci: volevamo vedere dove si andava effettivamente a parare. Purtroppo il nostro scetticismo non si è rivelato infondato e infatti, alla fine della fiera, la montagna ha partorito un topolino.
Quella che doveva essere una tassa volta a mitigare gli utili del settore che sta realizzando i maggiori profitti in questo momento, si è concretizzata in una misera imposta dello 0,1% sugli attivi degli istituti di credito.
Del resto non c'era da aspettarsi nulla di diverso da un esecutivo che si è posto fin da principio in continuità con il Governo Draghi. Quel Governo, per chi non lo ricordasse, che dopo roboanti annunci sulla tassazione degli extra profitti dei colossi dell'energia, non aveva saputo (o "forse" voluto) cavare un ragno dal buco.
Sia chiaro: predisporre un protocollo redistributivo che mitighi le sofferenze di famiglie e imprese oggi schiacciate da rate sempre più insostenibili, è ovviamente una necessità. Infatti, il sistema bancario Italiano è quello che nel vecchio continente sta sfruttando più spregiudicatamente lo scellerato aumento dei tassi imposto dalla BCE, pretendendo da una parte interessi da capogiro su mutui e finanziamenti e, dall'altra, mantenendo bassi i rendimenti sui depositi. Peccato che serva un provvedimento strutturale per far fronte a questa dinamica e non certo una soluzione una tantum, per di più disinnescata ancor prima di venire alla luce.
La dura verità è che per ripristinare un equilibrio nel mercato del credito occorre che vi partecipino attori che non rispondano a regole di mercato.
Serve che l'attività creditizia sia, almeno in buona parte, sotto il controllo dello Stato. Servono, insomma, delle banche pubbliche. Soltanto così è possibile mettere fuori gioco chi oggi abusa della propria posizione oligopolistica e approfitta dei momenti di crisi per speculare sulle spalle dei cittadini.
Tutto il resto è noia.