Foibe: il giorno del ricordo

La tragedia vissuta da migliaia di italiani ha radici profonde nella nostra Storia

La tragedia vissuta da migliaia di italiani ha radici profonde nella nostra Storia

Venerdì 10 Febbraio 2023

Il Giorno del Ricordo non può essere limitato, da un lato, alla tragedia delle foibe, e, dall'altro, a mero retaggio del fascismo.

Fu infatti l'Impero austro-ungarico a metter concretamente in discussione l'italianità di Istria, Quarnaro e Dalmazia, certificata addirittura da Dante, per ragioni prettamente geopolitiche. Gli Asburgo, come già effettuato in molte altre parti dei loro domini, introdussero in loco popolazioni straniere al fine di minare l'unità conseguita a quasi un millennio di Repubblica Veneziana, favorendo con ogni mezzo il trasferimento di prelati e amministratori croati provenienti dalle zone più interne della regione.

Dopo la caduta della Serenissima e la nascita del mito delle "Terre irredente", moltissimi slavi si riconobbero in Roma capitale d'Italia, prima militando sotto le insegne dei Savoia e di Garibaldi, poi combattendo nelle Regie Armate nelle due Guerre Mondiali.
Questi fatti sono stati cancellati dalle ideologie contrapposte, sia dal fascismo mussoliniano che dal comunismo titino.

Il Fascismo usò l'Irredentismo per creare e magnificare un'Italia di e per soli italiani, ma andrebbe ricordato come le primissime camicie nere fossero proprio di lingua slovena e croata, non riconoscendosi nel costituendo Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Viceversa, nel periodo 1919 -1922 (prima del Ventennio propriamente detto) vi furono parecchie violenze da parte delle organizzazioni slave contro persone e proprietà italiane, non solo in Italia, ma anche in quei luoghi rimasti sotto i Karageorgevic.

Non bisogna poi dimenticare quanto accadde nell'ultimo conflitto mondiale: gli Alleati, desiderosi di creare un focolaio alle spalle dell'Asse che si preparava ad invadere l'URSS, idearono il golpe del 27 marzo, rinfocolando prima la lotta contro gli invasori (anche a scapito della popolazione), e poi quella tra le varie fazioni, andando a sostenere infine il Partito Comunista di Tito Josip Broz. Che non solo eradicò i segni della millenaria presenza italiana, ma manifestò fisicamente l'intenzione di annettere ulteriori parti del nostro Paese, prima che gli Alleati lo richiamassero all'ordine e lo placassero con altre promesse territoriali. Fu proprio da quei drammatici giorni che emerse la volontà di oltre 300 mila italiani di seguire la madrepatria, abbandonando le loro case.

Questi sono i fatti che vanno recuperati per capire perché a tutt'oggi abbia senso essere orgogliosi di essere italiani, per chiunque si riconosca, oggi come duecento anni fa, sotto il Tricolore.
Come noi, così per gli slavi che alla fine della Guerra hanno deciso di continuare questa fratellanza di sangue.

Bisogna quindi perpetuare il ricordo non solo di ciò che si è perso, anche tragicamente, ma di quello che, rimanendo, si è cementato.

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