La categoria dei docenti è una delle più sfruttate nel pubblico impiego.
Non esiste in nessun altro paese che il personale continui in un infinito apprendistato e aggiornamento fatto a proprie spese con stabilizzazione una tantum , in assenza di nessuna valorizzazione del proprio lavoro, svolto nel lungo periodo di precariato, e con stipendi che, fatta esclusione della Grecia, sono al di sotto dei 400-500 euro rispetto alla media UE.
Inoltre, con buona pace anche del prossimo futuro ministro dell' istruzione Ricolfi (tanto caldeggiato dalla Meloni), non si capisce che la causa più grande di un crollo della cultura scolastica generalizzata non sia affatto dovuta alla preparazione carente degli insegnanti che, rispetto agli anni 80-90 del secolo scorso, sono diventati i più specializzati della storia della Repubblica, a causa del principio del "Long life leaerning", ennesimo orrendo inglesismo di un paese colonizzato, che semplicemente vuole dire : "L'apprendimento per tutta la vita".
La causa di una deficitaria formazione degli studenti consiste principalmente proprio nella mancanza di continuità di una programmazione scolastica per via del lavoro precario cronico che vede i bambini travolti da una violenta schizofrenia.
Difatti i bambini hanno bisogno sicuramente di stimoli per apprendere, ma più di tutto occorrono loro strutture e continuità didattica. Paradossalmente, si colpevolizza, in modo esasperato, la lezione frontale, quando con quest'ultima si sono formate alcune tra le migliori classi dirigenti di questo paese.
Del resto, in una società consumistica come lo è diventata la nostra , invece di contrastarla almeno a scuola , la classe politica ha voluto assecondarla, diffondendo l'idea di un moderno docente "intrattenitore" (o "facilitatore"), completamente esautorato della propria autorità, quasi arrivando a vietare la bocciatura e l'espulsione in caso di grave condotta disciplinare.
Allora, di chi è la colpa di tutto questo?
Tutti i docenti si scagliano contro i sindacati , o perché fanno troppo poco, o perché vorrebbero difendere i colleghi negligenti. Si tratta però di false accuse, ipocrite, nella misura in cui tendono entrambe a scaricarsi ciascuno, individualmente, delle proprie responsabilità.
Perché la colpa più grande è degli stessi insegnanti (miei colleghi) che sono , probabilmente, la categoria del lavoro che si percepisce meno forza lavoro fra tutte le altre, perché, prima di tutto, non ne possiede la cultura.
I docenti, cioè , sono forse la classe di lavoratori che esemplifica la condizione di "semi-colti" tout-court: ovvero, si tratta di un ceto che si è specializzatato in un'area circoscritta del sapere ma finge di essere un "tuttologo" tra i più informati, rimanendo, al contrario, completamente analfabeta su tutto il resto, e soprattutto sulla politica in genere e sulla politica del lavoro.
La classe docente è però quella semi-colta per antonomasia, proprio per il mandato sociale che, sebbene , nella sostanza, non gli venga più riconosciuto, continua a credere di possederlo.
Lo scorso 25 giugno c'è stato uno sciopero generale organizzato da tutti i sindacati , che avrebbe potuto fermare la riforma (Bianchi), la più dannosa e denigrante contro la categoria , ma anche contro tutta la scuola , dell'intera Repubblica, pari solo, per gravità , a quella della "Buona scuola" (2016) di Renzi, che però per fortuna non è stata realizzata, se non in parte, e quella Berlinguer (1995), che ha trasformato l'istituzione pubblica in una semi-azienda, inoltre regionalista.
Ebbene, lo sciopero è stato un fiasco , non per colpa dei sindacati ma dei docenti che se ne sono altamente fregati, salvo ora, come al solito, lamentarsene a posteriori.
È vero che i sindacati in questi decenni non sono stati abbastanza agguerriti, trasformandosi, progressivamente, in meri organi amministrativi dello "status quo", perdendo parte delle loro istanze conflittuali. Ma più di tutto, la colpa della perdita dei diritti sociali è degli insegnanti medesimi, che hanno introiettato un senso individualistico di lamentela contro il sistema che rappresenta un rifugio consolatorio, in quanto del tutto analfabeti di cultura sindacale del lavoro.
La colpa di tutto, insomma, è da imputare agli insegnanti stessi, i quali sperano che qualcuno lotti al posto loro; che si limitano solo a delegare; che non pensano nemmeno per un attimo di rinunciare alla paga di un giorno di lavoro per unirsi ad uno sciopero indetto da tutte le sigle sindacali per portare avanti uno sciopero generale.
Oppure, come degli esteti, si limitano a contemplare la pigrizia di tutti gli altri colleghi, credendo di essere gli unici in gamba contro un'intera classe di incompetenti, esaltando la propria esperienza quotidiana come misura di un intero sistema, senza mai, d'altronde, fare alcun ché per cambiare il sistema.
Né più né meno, come del resto tutti gli altri lavoratori, ma loro di più di tutti gli altri , gli insegnanti hanno introiettato una becera mentalità consumistica ed iper-soggettiva che li rendono la categoria dei lavoratori che, più di tutte le altre, non ha alcuna percezione storico-sociale di sé, se non quella fantomatica e immaginifica di uno pseudo-intellettuale romantico e vate, anti-storico, di fine 800, che si trova disegnato solo nella loro mente particolare e in quella di chi ci crede.