Oggi l'euro compie vent'anni. Vent'anni di moneta unica che hanno avuto l'effetto di distruggere la nostra economia, svuotare la nostra democrazia e cancellare la nostra Costituzione. In questo senso, possiamo dire che l'euro è perfettamente riuscito nel suo scopo.
Sugli effetti economici c'è poco da dire. Rispetto ai primi anni Duemila:
Gli investimenti pubblici sono stati tagliati del 30%.
Il PIL è crollato del 7%o (siamo tornati ai livelli del 1995, un salto indietro di quasi 30 anni), quello pro capite è crollato dell’11,8%, quello per occupato del 12,6%.
La domanda interna è crollata dell’8,6%.
La produzione industriale è crollata del 25,4%.
Le retribuzioni lorde sono state tagliate del 7%.
Il reddito delle famiglie è sceso del 5,4%.
Il tasso di risparmio è passato dal 28% degli anni Ottanta all’attuale 3%.
Il numero di poveri assoluti è triplicato, passando da 1,9 milioni (3,3%) del 2005 ai 5,6 (9,4%) del 2020.
Abbiamo un tasso di disoccupazione imposta del 10% circa.
Ogni anno circa 200.000 italiani sono costretti a lasciare il paese per mancanza di lavoro e di salari dignitosi. La maggior parte di questi sono giovani laureati.
Questo è il "dividendo economico dell'euro".
Ma il vero "dividendo" è stato politico. Con l’adesione all’euro e l’istituzione della Banca centrale europea (BCE), infatti, abbiamo rinunciato a una delle più importanti prerogative di uno Stato sovrano – la possibilità di emettere moneta –, acquisendo così «lo status di ente locale o di colonia», come avvertì il celebre economista britannico Wynne Godley nel 1992. Oggi questo progetto di colonizzare giunge a compimento con il definitivo commissariamento dell'Italia per mezzo del PNRR.
È ora di uscire da questo incubo.
Che il 2022 sia l'inizio della liberazione. Della fine del nuovo ventennio. Buona lotta a tutti!