Mo je famo er Decreto

Presentato come la soluzione di tutti i mali (almeno, quelli con maggiore copertura mediatica), il DDL Sicurezza è un semplice spot elettorale per il centrodestra. L'ennesimo.

Presentato come la soluzione di tutti i mali (almeno, quelli con maggiore copertura mediatica), il DDL Sicurezza è un semplice spot elettorale per il centrodestra. L'ennesimo.

Domenica 15 Settembre 2024

Sul DDL Sicurezza il centrodestra segue di nuovo lo schema "fatto di cronaca polarizzante" ---> "mo je famo er decreto". In principio furono i rave, poi si è passati a Cutro e Caivano: oggi abbiamo questa bella tripletta su Salis in materia di occupazioni, sugli ambientalisti per i blocchi stradali e su Cicalone per le borseggiatrici.

Dal punto di vista mediatico e, quindi, del consenso che questi provvedimenti possono generare, è un gol a porta vuota: il Bravo Governo™ vede un problema e prova subito a risolverlo; se tu non sei d'accordo con il Bravo Governo™ è perché sicuramente simpatizzi per i centri sociali, i gretini, gli zingari, i drogati e le perzone falze che non rispondono al «buongiorno».

Dal punto di vista politico - e pratico - siamo tuttavia in un vicolo cieco. Tralasciando il fatto che i blocchi stradali sono uno strumento di contestazione ideologicamente trasversale (ovvero: se serve, li facciamo anche noi) e che pure sulle occupazioni ci sarebbe tanto da dire (penso alle Occupazioni a Scopo Abitativo supportate da vari esponenti di Fratelli d'Italia fino a qualche anno fa), non riesco proprio a comprendere la logica secondo cui inasprire le pene per reati già esistenti dovrebbe automaticamente ridurre la proliferazione degli stessi.

Se fosse così, allora basterebbe mettere 999 anni di carcere e/o 1 fantastiliardo di euri di multa per ogni singolo reato e/o condotta sanzionabile - anche la più stupida ed insignificante - per creare il paradiso terrestre. Hai parcheggiato in doppia fila per andare a comprare le sigarette? Mi spiace, ergastolo al 41-bis.

Poi però c'è la realtà quotidiana che rovina tutto:

1. per intervenire sul furto in metro, sul tentativo di occupazione e sul blocco stradale, devi avere delle guardie che agiscono in tempi rapidi. E no, non lo fanno. In attesa del loro arrivo, posso io - privato cittadino che sta subendo un furto sulla Metro di Roma - percuotere la gestante gitana senza il rischio di essere accusato di tentato donnicidio? Posso io - privato cittadino bloccato sul GRA - impattare liberamente con il paraurti della mia auto la faccia del vecchio hippie con il cartello di Ultima Generazione? Non si sa, credo di no. Sapere che, forse, in futuro, auspicabilmente, non lo faranno di nuovo mi lascia abbastanza indifferente.

2. anche ipotizzando di avere migliaia di efficientissimi agenti perennemente in giro per le nostre città, restano irrisolte le questioni dei "tempi della giustizia" e della "discrezionalità dei giudici". Passano i mesi - un'attenuante di qua, una strumentalizzazione politica di là - e alla fine diventa la solita pagliacciata dove il carcere non lo vede nessuno.

3. a costo di essere ripetitivo, davvero qualcuno pensa che i comportamenti di determinati gruppi sociali siano influenzabili dall'eventualità di una pena più severa? La signora Ana Zingharovic, con una mano nella borsa della turista giapponese, che desiste all'improvviso pensando «Se politia prendere me, io adesso rischia galera anche se 17 figli e altro in arivo. Meglio che io ferma»? Ma dai, su.

Capisco che questo esecutivo debba puntare tutto sullo slogan "Ordine e Sicurezza" perché altrimenti sembrerebbe la brutta copia di un qualsiasi governo tecnico ma, insomma, almeno un tentativo per incidere concretamente sullo status quo potrebbero farlo.

PS: sul tema del "diritto alla casa" - indirettamente toccato dalle nuove norme che facilitano gli sgomberi degli abusivi - sarebbe opportuno fare qualche riflessione parallela sull'edilizia popolare, ossia su quanta se ne fa e su come viene gestita. Legalizzare topaie e ripostigli con il "decreto salva-casa" non è esattamente la miglior risposta al problema abitativo (a patto, ovviamente, di non essere un palazzinaro speculatore).

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