Cari italiani,
quello che sta per concludersi è stato un anno del tutto eccezionale, che sarà ricordato per molte ragioni nei manuali scolastici di domani. Guerra in Europa, crisi energetica e persino lo spettro di un conflitto nucleare: il 2022 è stato l’anno in cui la Storia, quella con la S maiuscola, dopo trent’anni di quiete ha ripreso a galoppare.
Eppure, qui in Italia, tutto langue. Per noi italiani il 2022 è stato un anno gattopardesco: è cambiato tutto ma non è cambiato nulla. Il nuovo Governo, nel quale tanti hanno riposto la propria fiducia nella speranza di un cambiamento, si è già rivelato per quello che è e che, purtroppo, non poteva non essere. Palazzo Chigi è rimasto prono al Vincolo Esterno che strozza il nostro Paese, rivendicando addirittura con orgoglio la fedeltà cieca a Washington e a Bruxelles.
Con queste premesse, l’anno venturo si preannuncia decisamente fosco per l’Italia. La crisi economica in cui ci siamo impantanati fino ad oggi ha dato soltanto le prime avvisaglie: il grosso deve ancora arrivare. E le fratture geopolitiche che si sono aperte nel mondo non sono certo destinate a rimarginarsi, anzi.
Grande, insomma, è il caos sotto il cielo.
Eppure non bisogna disperare. Al contrario, è proprio nei momenti più bui che si trova il terreno adatto per cambiare strada, per costruire un’alternativa. Per la prima volta, da decenni a questa parte, il convulso moto della Storia ci offre una preziosa opportunità: quella di un tempo in cui ogni ordine è stato rotto e anche l’imponderabile diventa possibile.
A noi italiani, e a noi italiani soltanto, spetta il dovere di cogliere quest’opportunità. Per liberarci dalle catene che ci costringono, per tornare a essere padroni del nostro destino.
Che il 2023 sia l’anno in cui comincia la nostra riscossa per il nostro Paese.
Che il 2023 sia un anno Pro Italia.
Buon anno.