“Mentre mangio cioccolata in un locale
mi travolge una vertigine sociale
mentre leggo uno stupido giornale
in città è scoppiata la guerra mondiale”
La Rappresentante di Lista - "Ciao ciao"
Sarà la tradizione religiosa che valorizza l’espiazione. Sarà un certo gusto per il trash, le battute imbarazzanti e il playback. Sarà che non si può più scappare, tanto ti prendono ovunque (che è anche quello che ho pensato vedendo la bolletta della TARI nella cassetta delle lettere). Insomma, tagliamo corto: mi guarderò Sanremo e se sopravviverò proverò a fornirvi un resoconto giornaliero.
Credo che l’esperienza sia uno strumento formidabile nel dare valore alle proprie opinioni. Quelli che “Io Sanremo, in 60 anni che sono al mondo, non l’ho mai guardato!” o che vanno oltre con “Io la televisione non la guardo!” e fanno vanto del proprio ascetismo mediatico non hanno la mia simpatia. Anzi, se proprio devo assumere una posizione scomoda, li ritengo l’origine del problema perché vedono il male e credono che lasciandolo agire si stancherà. Perché sono battaglie comode, quelle fatte dal divano, senza rischiare o mettere nulla in gioco. Perché non causano nemmeno un lontano fastidio alla macchina della propaganda. Perché bisogna tirare una linea, smettere di concedere e iniziare a testimoniare. Perché non si fermeranno a Sanremo come non si sono mai fermati prima.
Perché ho aperto quella maledetta cassetta delle lettere e adesso devo pagare.