La scelta annunciata dal Governo Meloni di abrogare il reddito di cittadinanza dal 2024 è, per molte ragioni, una mossa miserabile e vigliacca. E lo diciamo noi di Pro Italia. Sì, proprio noi che contestiamo l'idea stessa di reddito di cittadinanza.
Spieghiamoci.
Idealmente il reddito di cittadinanza altro non è che una mancetta che lo Stato garantisce ai suoi cittadini per stimolare i consumi quel tanto che basta per non far finire a gambe all'aria le grandi imprese e, soprattutto, per tener buoni i più poveri, evitando che possano rappresentare un rischio per l'ordine sociale. Quest'è, piaccia o non piaccia. Non è un caso se uno dei primi a formalizzare il concetto di "reddito di cittadinanza" è stato proprio von Hayek, uno dei padri del pensiero neoliberale che non ha mai coltivato un afflato particolarmente solidale nei confronti degli ultimi.
Tuttavia, quello che oggi in Italia chiamiamo reddito di cittadinanza non è, di fatto, un reddito di cittadinanza. È piuttosto facile capirlo: se fosse un vero reddito di cittadinanza dovrebbero percepirlo, di diritto, tutti i cittadini. Cosa che notoriamente non accade. Dunque quello che chiamiamo reddito di cittadinanza è qualcos'altro. Nella fattispecie, si tratta di una misura volta a sostenere economicamente i nuclei familiari in maggiore difficoltà puntando, almeno sulla carta, "al reinserimento lavorativo" e "all'inclusione sociale". Insomma, per farla breve, il reddito di cittadinanza nostrano altro non è che un ammortizzatore sociale, piuttosto simile a quelli presenti in moltissimi altri Paesi occidentali.
Ora, è chiaro come il sole che questa misura ha mostrato più d'un difetto. Tanto per menzionarne un paio: i criteri per percepire il reddito di cittadinanza sono assolutamente grossolani e i percorsi di inserimento nel "mercato del lavoro" sono decisamente insufficienti, per non dire inesistenti. Ma è un fatto che molte persone, oggi, in Italia, riescano a tirare a campare solo grazie a questa entrata.
Tutti questi italiani non hanno bisogno di una mancetta, bensì di uno Stato che offra loro delle prospettive, che persegua la piena occupazione e, quindi, che crei attivamente posti di lavoro in tutti i settori pubblici strategici. Il nostro Paese, più che del reddito di cittadinanza, ha bisogno del Lavoro di Cittadinanza. Ma oggi come oggi, se non si contestano i vincoli della gabbia europea, lo Stato non può assolvere a questo suo dovere.
Con l'annuncio dell'abrogazione del reddito di cittadinanza, il Governo Meloni, si dimostra in piena continuità con i suoi predecessori e abbraccia, per l'ennesima volta, il principio neoliberale della coperta corta. Si taglia da una parte per dire, anzi, per chiedere a Bruxelles di poter spendere dall'altra. E così facendo, si soffia odiosamente sul fuoco del conflitto fra ultimi e penultimi che attanaglia la nostra società.
Per noi di Pro Italia questa è una mossa semplicemente miserabile.
Miserabile e vigliacca.