Ieri, 25 aprile 2024 , giornata in cui Venezia ha avviato la sperimentazione del famigerato ticket d'ingresso, più di un migliaio di persone sono scese in piazza per dire "NO" a una misura che rischia di trasformare la città in una sorta di parco a tema, snaturandone l'anima e allontanando ulteriormente i suoi abitanti.
La protesta, organizzata da numerosi comitati cittadini che da tempo si battono per la salvaguardia di Venezia e contro le politiche del sindaco Brugnaro, ha visto la partecipazione di una folla variegata e determinata, accomunata dall'amore per la città e dalla volontà di difenderla dai provvedimenti scellerati messi in campo dalla sua amministrazione.
L'obiettivo della manifestazione era chiaro: opporsi al ticket d'ingresso, simbolo di una città blindata e mercificata, e rivendicare il diritto a una Venezia viva, abitata, dove i servizi e la residenzialità siano al centro delle politiche amministrative. Per inciso, è innegabile che Venezia soffra di un grave problema di sovraffollamento turistico. Tuttavia, come Pro Italia denuncia da tempo, misure come il contributo d'accesso non risolvono il problema, anzi, rischiano di peggiorarlo, trasformando Venezia in una sorta di parco divertimenti a pagamento.
I problemi di Venezia sono molto più complessi: infrastrutture precarie, dragaggio dei fondali per le grandi navi, speculazione e affitti alle stelle che spingono i residenti ad andarsene, smantellamento dei servizi pubblici e dei negozi di prima necessità. Di fronte a questa complessità, è chiaro che la soluzione non possa essere un turismo elitario o la mercificazione del patrimonio culturale dell'isola. Ancor meno accettabile è il fatto che un provvedimento come il ticket d'accesso vada a minare profondamente la libertà di movimento e alimenti una deriva del controllo totale sui cittadini, qualcosa di palesemente in contrasto con le nostre radici culturali e, al contempo, prodromo di ogni forma di autoritarismo. Dobbiamo infatti constatare amaramente che, in effetti, un certo autoritarismo lo si è visto anche nei metodi utilizzati ieri da parte delle forze di polizia per impedire al corteo di proseguire la marcia verso la stazione ferroviaria di Santa Lucia.
Ad ogni modo, la giornata del 25 aprile ha dimostrato la forza di una comunità che non si arrende e che vuole lottare per una Venezia diversa, lontana dal modello del turismo di massa e della gentrificazione selvaggia. Il grido che ha risuonato nelle calli è stato unanime: "No al ticket! La città deve ripartire dalla residenzialità e dal diritto alla casa!". I cittadini di Venezia hanno ribadito la loro volontà di restare, di resistere e di lottare per un futuro diverso, dove la città non sia un museo a cielo aperto, ma un luogo vivo, abitato e pulsante di cultura e di tradizioni.
La battaglia contro il ticket d'ingresso è solo l'inizio di un percorso più ampio, che mira a riportare al centro del dibattito politico un tema - quello della residenzialità e del diritto alla casa - di prioritaria ed assoluta importanza. Un tema su cui noi di Pro Italia diamo battaglia con forza e determinazione, poiché lo riteniamo di fondamentale importanza per la vita e lo sviluppo delle nostre città. Una città, infatti, non è solo un insieme di strade ed edifici, ma è soprattutto una comunità di persone che la abitano, la vivono e la animano. Quando la residenzialità viene messa in secondo piano, a favore di interessi economici o turistici, la città perde la sua anima e si trasforma in un luogo vuoto e inospitale. Gli abitanti storici vengono costretti ad andarsene, i servizi diminuiscono, le attività commerciali si trasformano in negozi di souvenir e la città diventa un mero palcoscenico per turisti.
Avere una casa significa avere un luogo sicuro e stabile dove vivere, crescere una famiglia, costruire relazioni sociali e partecipare alla vita della comunità. La mancanza di una casa, invece, genera esclusione sociale, povertà e marginalità. Per questo è importante che le amministrazioni promuovano politiche abitative che favoriscano l'accesso alla casa per tutti i cittadini, contrastino la speculazione immobiliare e tutelino gli inquilini dagli sfratti ingiustificati. Significa anche investire nei servizi pubblici, nelle scuole, negli ospedali, nei trasporti, per garantire un'adeguata vivibilità della città per tutti i suoi abitanti. In questo senso, riteniamo le politiche implementate dall'amministrazione Brugnaro, oltre che inutili per raggiungere l'obiettivo che ci si è prefissi (risolvere il sovraffollamento turistico di Venezia), pericolose e controproducenti.
Il categorico rifiuto nei confronti di misure come il ticket d'accesso è un passaggio necessario ed imprescindibile per una città che vuole guardare al futuro, investendo nel benessere dei suoi abitanti e nella costruzione di una comunità solida e coesa.