Censurata!

Intervista a Enrica Perucchietti a un anno dalla pubblicazione di "Censura"

Intervista a Enrica Perucchietti a un anno dalla pubblicazione di "Censura"

Domenica 31 Luglio 2022

Di seguito l'intervista di Francesco Centineo a Enrica Perucchietti, sul tema della guerra in atto contro le voci dissidenti, ad un anno dalla pubblicazione del libro "Censura".

Ciao Enrica l'anno scorso scrivevi "Censura", edizioni Byoblu, in collaborazione con Claudio Messora e Stefano Lucidi. Hai trattato questo tema in parecchi libri, da Fake News alla Fabbrica della Manipolazione fino a Censura.
Ad un anno di distanza la censura si è abbattuta su di te, dicono che spacci contenuti pericolosi: cosa hai detto di così sovversivo questa volta?

Oramai i contenuti pericolosi sono quelli che stimolano lo spirito critico, il dubbio, il pluralismo. Per cui basta esternare un pensiero, pubblicare un video che non collima con la narrazione unica, che appare divergente dal pensiero mainstream, per essere bollati come dei cospirazionisti ed essere accusati di spacciare contenuti pericolosi.
Chi appare come divergente, disallineato dal pensiero unico è oramai un moderno eretico che va appunto silenziato, che va censurato; e questo processo è aumentato negli ultimi due anni e mezzo, è peggiorato di molto. Prima complice la pandemia, poi il conflitto russo-ucraino, siamo arrivati al punto che la censura è diventata un fenomeno conclamato sempre più feroce e violento che si abbatte su chi si permette di esprimere un pensiero divergente.

Nel 2018 in Fake News iniziavi a denunziare questa deriva, quattro anni or sono, e iniziavi ad avvisare rispetto all'introduzione di leggi come il ddl Gambaro ed il Digital Service Act. Sempre nel 2018 si incominciava a parlare di Sovranismo Psichico. Ci spieghi cosa sarebbe questo famigerato Sovranismo Psichico?

Era una definizione che poi fu ripresa dal Censis in uno dei suoi rapporti con lo scopo di screditare i sovranisti in un momento in cui le forze politiche del centro sinistra, attraverso la propria egemonia culturale, cercavano di screditare le forze che si rifacevano al sovranismo. Questa espressione serviva per patologizzare chiunque non fosse allineato all'europeismo, e per inculcare nell'opinione pubblica che se non ti allinei al pensiero vigente sei un pazzo da curare.
Nel dibattito si inserirono degli psichiatri che iniziarono a proporre delle terapie per poter curare i sovranisti. La questione della patologizzazione del dissenso, di cui già parlo da anni , è tipica dei regimi totalitari e la abbiamo vista tornare pericolosamente in voga negli anni della Pandemia. Prima c'erano i "Negazionisti": il frame con cui sono stati bollati tutti i dissidenti. Per arrivare poi ad etichette come complottisti, cospirazionisti, No Vax , fino ad arrivare ai pericolosi filorussi.
Tutti costoro lì si vorrebbe curare per poterli riabilitare e riaccettare in seno alla società.
Quindi dalla criminalizzazione si passa alla patologizzazione del dissenso.

Addirittura vorrebbero curare la xenofobia e l'omofobia con l'ossitocina. Il professore Corbellini si spinge oltre sostenendo che questi stereotipi siano così instillati nelle menti da richiedere degli interventi di stimolazione cerebrale con degli elettrodi. Una moderna tecnica Ludovico. Sembra di rivivere le scene di Arancia Meccanica.

Si assolutamente, una specie di "Operazione Ludovico", ricorda anche le torture della stanza 101 in 1984 in cui gli aguzzini torturano il povero malcapitato Winston Smith, perché prima devono svuotarlo mentalmente per poi riabilitarlo, e riempirlo con l'ideologia del sistema. Qui si vorrebbero usare l'ossitocina, gli elettrodi per cercare di modificare il pensiero, la mente di chi pensa differentemente. Si vuole omologare i cittadini e se manifestano dei dubbi bisogna agire sulla loro psiche. Ciò rivela smaccatamente tutta la tematica del Soma trattata da Huxley nel "Mondo Nuovo". Il Soma veniva usato dai cittadini quando questi avevano un eccesso di eccitazione o di depressione, un eccesso di emozioni. Una vera e propria Droga di Stato che prefigurava l'uso degli psicofarmaci.
Qua si vorrebbe fare la stessa cosa: utilizzare degli psicofarmaci o comunque dei metodi psichiatrici di stato per riabilitare i divergenti, gli eretici, chi non si allinea al pensiero unico.

Addirittura dopo dei tweet un po' sopra le righe del Tycoon si è arrivato a parlare - per legittimare la censura subita da Trump - di "censura costruttiva", poi piano piano si è arrivati fino alla creazione di un informazione certificata, fino alle notizie con il bollino rosso. Che altro ci dobbiamo aspettare?

Era una tematica che già sviluppavo in tempi non sospetti in Fake News, è un processo strisciante che dura da anni. La battaglia contro le fake news, contro la disinformazione, in particolare on-line, è stata strumentalizzata per cercare di arrivare ad un informazione certificata. Ovvero le notizie con il bollino degli autoproclamatisi professionisti dell'informazione. All'interno del mondo dell'informazione c'è una categoria, una élite che si arroga il diritto di essere l'unica depositaria della verità, e che vorrebbe imporre con atteggiamento paternalistico all'opinione pubblica solo quel tipo di informazione. Quindi i cittadini dovrebbero fare bieco, prono, passivo riferimento a questo tipo di notizie, quelle con il bollino. Questo legittima la censura perché in questo modo tutte quelle notizie che non sono certificate diventano automaticamente false e quindi da censurare.
Il potere impone la propria versione dei fatti con l'atteggiamento del padre padrone per fare credere che i cittadini non siano in grado di decidere e quindi se c'è un contenuto pericoloso, che potrebbe mettere a repentaglio la società, anche se viene direttamente dal Presidente degli Stati Uniti va comunque censurato, ed è per questo, per legittimare la censura di Trump che alcuni giornalisti hanno provato ad introdurre questo concetto, questo cortocircuito: la censura del Presidente Trump, ovverosia l'uomo ritenuto il più importante al mondo.

Parli da anni del rischio che venga introdotto appunto lo psico-reato. L'istituzione di una specie di Miniamor di orwelliana memoria e sei stata spesso spernacchiata soprattutto dai tuoi colleghi. Adesso ci ritroviamo che Alina Lip sta subendo una vera e propria persecuzione, così come un suo collega inglese.

Si purtoppo nelle ultime due settimane ci sono stati questi due casi che si vanno anche ad associare alla questione nostrana delle liste di proscrizione che rientrano sempre in un comportamento tipico da Miniamor, da psico-polizia. Per cui chi ha espresso una posizione differente rispetto alla narrazione manichea ed appiattita del conflitto russo-ucraino, priva di sfumature, che vuole dipingere i russi come i cattivi senza vie di mezzo, senza alcun dubbio, è stato inserito in queste liste di proscrizione.
Addirittura Alina Lip e Graham Phillips sono stati pesantemente sanzionati, criminalizzati e perseguitati perché dal Donbass si occupano di ricostruire quel che succede, ma lo fanno in maniera indipendente e per questo sono stati accusati di essere filorussi. Alina Lip si è vista congelare i conti di famiglia e rischia anche la reclusione. Graham Phillips si è visto congelare il patrimonio. Questo è gravissimo: perseguitare dei giornalisti per le loro posizioni, per le loro idee crea un precedente pericolosissimo. In futuro i colleghi potrebbero avere paura a portare avanti delle inchieste, a rivelare delle notizie scomode. Poi c'è tutta la questione legata alla moneta digitale: una volta che il contante non vi sarà più si potrà spegnere il dissenso con un click.
Abbiamo avuto i prodromi con il dissenso in Canada e adesso lo rivediamo in questo caso.
Basta un click e chi protesta è fregato.
Senza libertà di informazione non c'è democrazia. Perseguitare dei giornalisti per le loro idee è pericolosissimo ed oltretutto ipocrita visto il livello dell'informazione mainstream che è palesemente propagandistica.

Su Censura riporti una frase del New York Times che mi ha particolarmente colpito "non scendete nella tana del bianconiglio, il pensiero critico come ci hanno insegnato non aiuta nella lotta alla disinformazione". Questo è un tipico esempio di bipensiero orwelliano o sbaglio?

Si è proprio un esempio per cui le élite sfruttando i giornalisti cercano di imporre alle masse di non pensare. Questo editoriale dà chiaramente il messaggio al lettore di spegnere il cervello. Non si deve assolutamente esercitare il dubbio, l'ermeneutica del sospetto, la coscienza critica.
Le elite vogliono che le persone si bevano la narrazione del sistema a tutti i costi. È stato uno degli editoriali più assurdi che io abbia mai letto totalmente esplicito senza nessun giro di parole. Sono rimasta allibita.

In questi due anni abbiamo visto un uso smodato della neolingua. Eravamo già abbastanza abituati perché con la propaganda delle teorie di genere si erano già spinti in un'operazione abbastanza palese in tal senso. Adesso con la pandemia quest'uso della neolingua si è esteso. La massa delle persone sembra ormai vivano su un piano differente di realtà. Una realtà figlia della percezione dovuta alla neolingua, a questo indottrinamento. Pensi che si possano riportare queste persone all'uso corretto del linguaggio e quindi riconciliare i nostri piani di esistenze?

Ci vorrebbe innanzitutto una grande rivoluzione culturale ed antropologica perché nel momento in cui le parole vengono svuotate progressivamente del loro significato o vengono soppiantate con altre parole, si rende esattamente come in 1984 difficile, se non impossibile, elaborare certi concetti.
Semplicemente perché non esistono più le parole per pensarli ed esprimerli. Invertire questo processo andrebbe fatto il prima possibile. Ciò richiede non soltanto una grande volontà da parte delle masse ma anche un adesione delle élite culturali nel guidare questo processo, questa rivoluzione. Tu facevi l'esempio della neolingua gender e politically correct, un linguaggio totalmente artefatto che ha preso piede tra le nuove generazioni: invertire questa tendenza non sarà facile.

Voglio chiudere spezzando una lancia a favore dei tuoi colleghi del mainstream. Spesso gli si dà addosso dicendo che sono dei venduti, ma a me più che altro sembra che siano degli idioti. Sbaglio?

Si è verissimo. Un problema che abbiamo - da questo lato della barricata - è quello di sopravvalutare i nostri avversari.
Che siano politici, giornalisti o quant'altro, questi molto spesso sono degli idioti, dei minus habens. Non conoscono le tecniche dell'ingegneria sociale. Spesso sono proprio loro i primi a farsi manipolare per pigrizia, per stupidità, per comodità dagli spin doctor o dai politici, altre volte gli è semplicemente comodo per qualche tornaconto, oppure mirano soltanto a vivere tranquilli, a portarsi a casa lo stipendio. Non bisogna sopravvalutarli troppo, non sono poi così bravi. Lo stiamo vedendo in questi ultimi anni.

Anche perché ci hanno venduto Mario Draghi come fosse l'emblema del "competente", dell'uomo forte riconosciuto ed incensato dalle élite internazionali e invece si è rivelato essere un inetto, un babbeo.

Si è rivelato incapace su tanti piani, soprattutto sul tema della comunicazione, sul quale è stato un vero e proprio disastro.
Da "non ti vaccini, ti ammali e muori" ampiamente smentito dai fatti, al suo ultimatum "o il condizionatore o la guerra". Anche al suo ultimo discorso a Palazzo Madama in cui si è fatto palesemente autogol. Draghi non essendo abituato ai processi democratici si è lasciato andare ad un autoritarismo che non è piaciuto proprio a NESSUNO, non solo ai Cinque Stelle ma anche al centro-destra che difatti non gli ha votato la fiducia.
Come si evince da questa vicenda non sono invincibili, non sono delle semidivinità. Molto spesso sono dei mentecatti che si sono trovati nel posto giusto al momento giusto. Sono dei burattini di altri che lavorano dietro le quinte e che sono sicuramente più in gamba di loro. Non a caso Draghi ha già preso due pali: il primo palo fu quello del Quirinale, il secondo palo è questo.
Magari non avrà avuto grande interesse nel proseguire a fare il Premier ma certamente non si aspettava di essere sfiduciato così su due piedi. Adesso vedremo se si prenderà il terzo palo alla Nato o magari punterà alla banca mondiale. Fatto sta che sicuramente non è questa grande divinità che ci avevano venduto.

Al primo palo gli avevano bruciato la casa in Umbria adesso che gli succederà?

Più che altro cosa succederà a noi? Se dovessimo stare alle profezie di Di Maio la siccità aumenterà ed arriveranno le piaghe di Egitto perché abbiamo lasciato andare via il grande "MARIO DRAGHI".

Allora grazie Enrica del tuo tempo.

Ma figurati grazie a te!

 

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