In Italia c'è una speranza

La gente che ambisce a un'altra Italia esiste: di certo non vota a sinistra ma è stata delusa dalla destra

La gente che ambisce a un'altra Italia esiste: di certo non vota a sinistra ma è stata delusa dalla destra

Martedì 10 Giugno 2025

Nelle ultime ventiquattr'ore ho notato molti commenti alle percentuali del referendum che avevano più o meno questo tenore: "Persino tra gli elettori di sinistra c'è un 35% che non ne può più dell'immigrazione di massa." 

Cari amici, sono lieto di darvi una bella notizia: le persone che sono andate a votare NO alla cittadinanza facile non sono "elettori di sinistra". Lo scenario più verosimile è che siano persone che alle ultime tornate hanno puntato su un partito di centro-destra per poi rimanere comprensibilmente deluse dalla postura (in buona sostanza piddina) del Governo Meloni. Si tratta di un'ipotesi, ma a mio avviso è davvero molto probabile. Quello che è praticamente certo, però, è che queste persone non si riconoscono affatto nelle formazioni che costituiscono la sinistra parlamentare ed extra-parlamentare in Italia. Insomma, non sono "elettori di sinistra" e lo si può dimostrare sia attraverso un ragionamento pratico che attraverso un ragionamento teorico.

Dal punto di vista pratico, basta osservare che in un Paese in cui c'è un'astensione ormai strutturale al 50%, il 30% degli aventi diritto costituiscono la netta maggioranza degli elettori. Dunque, se questo 30% dovesse esser davvero composto da soli "elettori di sinistra", dovremmo notare qualcosa nei sondaggi o, quanto meno, avremmo dovuto accorgerci di qualcosa nelle tornate elettorali dell'ultimo anno. E invece nisba. Quindi, senza la pretesa di fare dei conti precisi, si può dire serenamente che circa un terzo di chi si è recato alle urne NON è un "elettore di sinistra".

Ragionando in termini più teorici, poi, le cose si fanno ancora più nette: la cittadinanza facile, cioè la dissoluzione della cittadinanza, non è altro che una concretizzazione dell'architrave dell'ideologia progressista, cioè il principio dell'inclusione a tutti i costi. L'ossessione per l'inclusione o, meglio, l'ossessione perché "nessuno venga escluso" non è semplicemente una linea politica sulla questione immigrazione: è proprio il nucleo profondo dell'ideologia progressista, è il principio che ne determina l'orientamento su ogni cosa. Tanto per esser più chiari: è per via di quest'ossessione che il progressista assume le sembianze di una maestrina. È per via di quest'ossessione che il progressista può sostenere le imposizioni più brutali sentendosi sempre dalla parte dei buoni. È per via di quest'ossessione che il progressista arriva a rigettare ogni logica e a manifestare un odio grottesco per ogni identità, per ogni regola, per ogni canone e, più in generale, per ogni tentativo di riconoscere una forma sensata nelle cose del mondo. Perché? Perché identità, regole e canoni escludono inevitabilmente qualcuno, la loro semplice esistenza traccia una linea tra chi vi si conforma e chi non lo fa. 

Insomma, l'inclusione è il cuore dell'identità politica di quella che oggi si definisce comunemente sinistra. Dunque potete star certi che chi si è recato alle urne per dire NO alla cittadinanza facile, cioè NO all'inclusione a tutti i costi, ha rigettato l'invito all'astensione del centro-destra ma non è un "elettore di sinistra". Al netto, ovviamente, di qualche caso isolato che magari fa scuola o pretende di fare scuola... Ma non fa statistica.
 

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