Eccoci qua Enrica. Il primo di ottobre terremo questa conferenza sulla comunicazione e tu farai da relatore. Parliamo a proposito di comunicazione, del tuo ultimo lavoro: la seconda edizione de "La fabbrica della manipolazione". Come mai hai sentito il bisogno di ampliare e riaggiornare il tuo lavoro?
Sono passati sette anni dalla prima edizione, sono successe tantissime cose per le quali abbiamo ritenuto di dover arricchire, aggiornare, ampliare il nostro lavoro; alla luce, soprattutto, degli avvenimenti verificatisi causa pandemia, analizzando l'introduzione - a nostro dire - di misure liberticide per la gestione sanitaria, sfruttando delle tecniche di ingegneria sociale per legittimare queste misure draconiane agli occhi dell'opinione pubblica.
Nel libro fai un parallelo interessante con la carta di Biderman e noti come tali principi siano stati applicati uno ad uno. Quali sono stati secondo te quei principi maggiormente utilizzati ed applicati?
Sicuramente l'isolamento sociale che è appunto tipico del trattamento riservato ai carcerati o alle persone sottoposte ad interrogatorio che bisogna isolare per creare una "frattura" con il mondo da loro conosciuto. Ci sono tantissimi aspetti di quel diagramma che sono stati effettivamente proposti e riproposti in questi due anni, ma oltre a tali tecniche sono state utilizzate praticamente tutte le tecniche di manipolazione. Una su tutte la Teoria dello Shock: generare paura per disorientare le persone e renderle bisognose dell'autorità, bramose di regole e sicurezza (principio di autorità).
A proposito di shock. Questa tecnica viene ormai usata costantemente da più di 20 anni ripetutamente sempre con lo stesso schema, non credi che le masse dovrebbero iniziare ad accorgersene? Come mai le persone non riescono ad identificare che sia un fenomeno indotto e non fortuito?
Perché se non si conoscono le tecniche di condizionamento sociale è impossibile riconoscere lo schema che viene reiterato.
Come dicevi giustamente tu dall'undici settembre ad oggi siamo stati sottoposti all'induzione della percezione di una minaccia estrema e globale che viene strumentalizza, usata per imporre delle misure altrimenti altamente impopolari: ottenere un casus belli o per introdurre misure liberticide per esempio. Finché le persone non impareranno ad identificare queste tecniche, continueranno a ricadere, a perseverare in questo errore.
Ora però hanno cercato di riproporre la teoria dello shock con il vaiolo delle scimmie. Il sommarsi delle emergenze e lo schema, riproposto così assiduamente sembra non attecchisca più. Pensi sia il momento giusto per provare a far comprendere alle persone certi meccanismi? E come possiamo fare?
Assolutamente sì! È fondamentale generare un contagio positivo delle idee per immunizzarci, proteggerci dalle balle del sistema, dalle menzogne, dalla propaganda, dalle tecniche di condizionamento mentale.
Questo sovrapporsi delle emergenze fa sì che sempre più persone non caschino nei nuovi tranelli. Per tanto sarebbe proficuo cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica cercando anche di andare a "destrutturare" le minacce, le dissonanze, le discrasie che intercorrono tra come sono state raccontate e come poi effettivamente si sono palesate tali minacce, perché - come dicevo già altre volte - il potere fa in modo che l'opinione pubblica percepisca un pericolo, non importa se poi si presenti come è stato descritto o se non si presenterà affatto, l'importante è che la percezione di pericolo tenga in scacco l'opinione pubblica. Dobbiamo riuscire a mostrare al pubblico cosa succede dietro le quinte. Possiamo e dobbiamo generare maggiore consapevolezza in modo che la gente possa difendersi da tali tecniche.
Gustave le Bon, però, osservava appunto che le masse molto spesso non pensano, non ragionano razionalmente, piuttosto sono spinte da impulsi, abitudini, emozioni. Come si può interrompere questo flusso, questo bombardamento che i propagandisti usano per colpire la pancia delle persone? Come facciamo a contrastare questo potere, questa conoscenza che hanno sviluppato tramite lo studio e l'osservazione di questo fenomeno?
Questi Spin Doctor come li contrastiamo?
Sicuramente è molto difficile.
Però, si può fare. Bisogna essere vigili, alzare il livello, mai abbassare la soglia dell'attenzione. Sappiamo che usano la tecnica dell'empatia? Benissimo dobbiamo iniziare ad usare più la testa e meno la pancia. Quando leggiamo ed ascoltiamo le notizie dobbiamo imparare a non subirle, a non assimilarle passivamente, ma ragionare, andare alla fonte, cercare riscontri, altrimenti siamo facili bersagli della Propaganda.
Certamente è innegabile ciò che sosteneva Le Bon, e chi utilizza tali tecniche le conosce molto meglio di noi, per cui dobbiamo essere vigili ed apprendere queste tecniche per poterci difendere.
Vuoi consigliare qualche lettura, qualche saggio importante ai nostri lettori per comprendere meglio di cosa parliamo per approfondire l'argomento?
Sicuramente ce ne sono di saggi.
Uno su tutti: Propaganda di Bernays, il padre degli Spin Doctor, ha messo tutto nero su bianco. E poi Walter Lippmann, Gustave le Bon, gli stessi padri delle distopie del 900: Orwell, Huxley, Zamjatin possono servire, aiutare.
È molto importante, però, come vengono lette tali opere e con quale approccio, la mentalità e le categorie che si utilizzano nel leggere queste opere. Per esempio c'è chi ha recensito l'opera di Bernays ed ha dedotto di trovarsi di fronte ad un manifesto delle tecniche del sovranismo. Vuol dire non averci capito molto, significa aver "incasellato" in una precisa categoria, sotto un preciso schieramento ideologico, un'opera che intende ben altro. Dipende anche da come si interpretano certi libri, certi messaggi.
Un tempo si paragonavano i popoli a "carne da cannone", oggi si può affermare che siamo diventati "carne da propaganda", soprattutto i bambini i quali sono molto suggestionabili.
Il processo di manipolazione tende ad iniziare sempre prima, perché prima inizia e più efficace sarà. Si cerca di penetrare nell'immaginario dei bambini attraverso serie TV, cartoni animati, lo spettacolo, i film e la scuola riuscendo così a penetrare nell'immaginario sin dall'infanzia di quelli che un domani saranno i futuri cittadini del "nuovo mondo" che verrà.
I genitori dovrebbero vigilare maggiormente sull'uso che i figli fanno di internet ma dovrebbero essere essi stessi a scollarsi innanzitutto da questi paradisi virtuali. Recuperare l'attenzione nei confronti dei propri figli. Bisogna che questi genitori ricomincino ad insegnare l'esercizio del pensiero critico - nelle scuole ormai totalmente soppresso - ai propri figli.
In questi due anni tra mascherine e restrizioni i più giovani hanno subito grossi traumi, come pensi che cresceranno?
Sicuramente deve essere stato un grande shock per questi ragazzi, li segnerà nell'inconscio. Penso che a questi ragazzi non venga più insegnato a reagire, ad affrontare i problemi, non vengano più insegnati i valori. C'è stata una sorta di spettacolarizzazione del vittimismo di tutto ciò che rende debole l'essere umano. Inoltre si sono distrutte tutte le identità e mi pare che questi ultimi due anni abbiano dato il colpo di coda a tutto questo processo. Le patologie psichiatriche tra i giovani sono in forte aumento. Credo che i giovani debbano essersi sentiti, soli, abbandonati privati di ogni punto di riferimento, disorientati affettivamente ed è ciò che il potere vuole: dei gusci vuoti da riempire da rimodellare.
È da tempo che parli di patologizzazione e criminalizzazione del dissenso. Sono arrivate le liste di proscrizione. Dopo questo che ci toccherà subire, dove vogliono arrivare?
Ne parlo e ne scrivo da anni. Questo è un processo strisciante che va avanti da tempo. Si vuole arrivare ad introdurre il reato d'opinione. Dopo aver instaurato questa specie di "miniver orwelliano", con tutti questi debunkers e factcheeckers, adesso vogliono istituire anche il "miniamor", una sorta di psico-polizia che vada a stanare chi si macchierà dello psico-reato, ovvero, chiunque dissentirà dal pensiero unico.
Allora Enrica senti possiamo spoilerarlo che ci stai dando una mano?
Si, sì spoilera pure.
Allora Enrica quando ci vediamo?
Ci vediamo sabato primo ottobre a Torino per la conferenza sulla comunicazione di Pro Italia.