Crollano i consumi, i ristoranti sono semivuoti, gli alberghi registrano record negativi di prenotazioni...
Il Green Pass è una pietra al collo dell'economia italiana e i suoi effetti negativi, va detto, erano facilmente prevedibili sin dall'inizio. Tuttavia in molti hanno evocato l'infame lasciapassare verde confidando che questo potesse garantire una certa ripresa delle attività. Una speranza di una ingenuità disarmante.
In che modo, infatti, il Green Pass avrebbe mai potuto aiutare un'economia già menomata da vent'anni di tagli alla spesa pubblica e fiaccata da mesi di chiusure?
In che modo limitare ulteriormente gli accessi a locali ed esercizi, costringendo i gestori a continui controlli, avrebbe mai potuto giovare alla ripresa?
In che modo il conflitto sociale costantemente alimentato dal circo mediatico e istituzionalizzato dalla discriminazione a colpi di QR code avrebbe mai potuto "riportare alla normalità"?
La realtà è che il Green Pass ha assolto benissimo alle sue reali funzioni. Che non erano certo aiutare l'economia italiana, bensì infliggere l'ennesima staffilata ai fianchi dei lavoratori e delle piccole e medie imprese dello stivale. Quella che Draghi chiamerebbe "creative destruction".
I dati di Confcommercio sul consuntivo dei consumi fotografano una situazione desolante. Rispetto al 2019, il settore alberghiero ha perso il 34,8%, quello della ristorazione il 27,3%, quello dei servizi culturali e ricreativi il 21,5%, i trasporti il 16% e il comparto abbigliamento il 10,5%. E per finire, nel 2021 abbiamo anche un 60% di lavoratori con una retribuzione salariale al di sotto dei 12mila euro annui, ad un passo dalla soglia di povertà (dati del Ministero del Lavoro)
Ma basta farsi un giro per le vie dei negozi per constatare le meraviglie del Green Pass. Ecco dove porta un certo conformismo e una certa ingenuità. Cari lavoratori italiani, Draghi è vostro nemico: vi mentirà fino alla fine.