Ciao Stefano, domanda secca: che cos'è il Mind Fucking?
Bè, oddio, adesso spiegartelo così su due piedi che cosa sia il Mind Fucking è impresa a dir poco ardua, ci vorrebbero ore e ore per spiegarlo in maniera esaustiva. Ti faccio un esempio di come si applica il Mind Fucking.
È un esempio chiaro ed esaustivo che faccio spesso: c'è un cartello su cui c'è scritto "vietato leggere questo cartello". Questa è un'ingiunzione paradossale. Questo è un esempio perfetto di che cosa sia il Mind Fucking. A questo cartello non puoi ne obbedire ne disobbedire.
Sono vicoli ciechi della mente. Si sfrutta il paradosso in termini logici per produrre del disagio nelle persone, Viceversa si può anche sorridere di queste cose ed emanciparsene con una grassa risata.
Sono tutte quelle situazioni in cui si inganna la mente con dei veri e propri giochi di prestigio.
Quante volte siamo stati sottoposti a questo meccanismo, a queste ingiunzioni paradossali in questi due anni?
Costantemente! Le ingiunzioni paradossali sono diventate il pane quotidiano con cui sopprafare le persone.
Si pensi solo che mentre ti costringono ad assumere un trattamento farmacologico sperimentale - denominato vaccino - nel nome della salute collettiva, adducendo che è l'unico modo per fermare il contagio, nel frattempo ti dicono che il vaccino non ferma il contagio stesso. Un altro elemento nel paradosso.
Si chiama alla responsabilità e si definisce irresponsabile chi non si sottomette. Ma è un trattamento obbligatorio. Come fa un obbligo ad essere responsabilizzante? Sarò responsabilizzato e responsabile nel momento in cui potrò scegliere. Questi sono elementi nell'elemento. Vanno però riletti in un'altra ottica per comprenderne il messaggio, il significato effettivo che a mio avviso è molto più profondo, così come l'effetto che ha sulle nostre menti.
Nel tuo libro "MIND FUCKING" c'è un capitolo in cui ti occupi di elencare quelle tecniche che venivano usate durante la guerra con i prigionieri ma anche nelle stesse carceri, e noti come spesso si crei un legame di dipendenza tra vittima e carnefice, una sorta di rapporto perverso. Puoi spiegarci in cosa consista?
Questo doppio vincolo è un meccanismo che lega sostanzialmente qualsiasi parte che sia uno degli attori di un complesso comunicativo. Anche quando sembra che sia solo uno dei due che abbia il controllo o possa imporre all'altro la sua volontà, in realtà il concetto del doppio vincolo è inevitabile.
A conferma sono usciti altri studi molto interessanti. Alcuni di questi studi di meta-comunicazione confermano che anche quando si rifiuta di partecipare ad una forma di comunicazione ma la si subisce, si attua una forma di contropressione rispetto a chi la sta imponendo. Sostanzialmente tanto il carnefice quanto la vittima sono coinvolti in questo legame che definivi correttamente perverso e che va ad influire sulle finalità di una e dell'altra parte. Ciò detto, la vittima che sembra solo subire il processo e dovrebbe quindi esserne esausta e dovrebbe solo che augurasene la fine, quando poi questo meccanismo, questa condizione si reitera nel tempo andando a sostituire in tutto e per tutto la quotidianità della vittima e quindi normalizzandola, crea nella vittima una forma di dipendenza nei confronti del carnefice.
L'esempio delle donne che subiscono maltrattamenti è lampante. Spesso le donne che subiscono tali maltrattamenti quotidianamente iniziano ad affezionarsene perché cominciano ad inglobare tale modello - anche perché è un modo per sopravvivere alle fasi più acute delle violenze subite - e cosi diventa parte del modello di realtà della vittima stessa e comincia così a definirne anche l'identità. Il risultato è che si rimane vincolati a questo modello e lo si accetta.
Questo modello è stato applicato su larga scala.
Il modello della "Nuova Normalità". Ci hanno riprogrammato linguisticamente, hanno introdotto dei nuovi concetti: il concetto di coprifuoco, il concetto di autocertificazione, il concetto di multa se passavi da un comune all'altro. Erano tutte forme preparatorie alla "mente collettiva" per abituare le persone all'erosione dei diritti e a farla diventare una nuova condizione permanente, che si è poi concretizzata nel green pass. Questo è il green pass: diritti trasformati in concessioni.
Parlavi dell'importanza ricoperta dalla neolingua, di introdurre nuovi concetti, nuovi termini.
Notavi come sia prerogativa delle sette religiose. Quindi ci troviamo di fronte all'introduzione di un nuovo culto, una specie di iniziazione ad un nuovo credo religioso?
Si, guarda ci ho scritto un libro dal titolo "LaScienzah" e che parla proprio nel dettaglio di come e perché quello che era un approccio logico e razionale - come appunto quello del metodo scientifico - si sia potuto trasformare in un approccio dogmatico religioso ed oltretutto estremamente fanatico.
Bene, partendo dal fatto che possiamo affermare appunto che le persone abbiano sostituito Dio con la scienza e che ciò ha determinato un aggrapparsi fideisticamente ad essa per rimpiazzare Dio, adesso però, dopo 20 anni che ci si aggrappa alle istituzioni - nel nome del principio di autorità e quindi della scienza - notiamo che il sommarsi delle emergenze sta generando un rifiuto nelle masse che sembrano a tratti risvegliarsi. Possiamo inserirci in questa situazione per fare comprendere come l'emergenza da coronavirus sia stata strumentalizzata?
Sì, partiamo però da un ragionamento.
Allora, innanzitutto, diciamo che questo ritornello dell'emergenza che viviamo sulla nostra pelle da oramai vent'anni si compone sempre dello stesso processo.
Lo abbiamo visto con l'emergenza terroristica ed ora con quella pandemica. L'effetto fondamentalmente desiderato è quello di comprimere le libertà e i diritti per risolvere l'emergenza. Purtroppo poi finita l'emergenza le misure restano. Però io non credo che sia ancora il tempo. Non credo che le persone siano pronte a comprendere. Purtroppo siamo afflitti da una crisi secolare della spiritualità e delle nostre radici e questo ci rende vulnerabili, è terreno fertile per questa debolezza che ci espone alla paura. È per questo che la gente poi si aggrappa a tutto. Non dobbiamo guardare quanto sia andata bene o male quest'ultima narrazione, che per tanti motivi non ha attecchito. Comunque siamo psicologicamente ancora esposti a questo tipo di shock.
In Mind Fucking citi i princìpi di Cialdini. C'è un principio di Cialdini, il principio di scarsità, che però più che altro viene utilizzato proprio dal nostro mondo. Troviamo molti della nostra area politica che non fanno altro che dire dalle piazze che non c'è più tempo, che ci dobbiamo sbrigare che ci si deve mettere tutti insieme per mandare questo governo a casa, eppure noi di Pro Italia invece pensiamo che la fretta sia una cattiva consigliera e che così facendo rischiamo di fare la fine dei Cinque Stelle. Tu cosa ne pensi?
Sarà un luogo comune ma è sempre valido e quindi si sono d'accordo bisogna non affrettare i tempi per evitare di trovarci paradossalmente poi in una situazione peggiore di quella che dobbiamo combattere a da cui vogliamo affrancarci.
In politica è un concetto costante questo della scarsità perché rendersi scarsi è una maniera anche per rendersi preziosi.
Allora Stefano ci vediamo alla conferenza sulla comunicazione organizzata da Pro Italia il 1º Ottobre a Torino. Ciao e grazie!
Un caro saluto a te.