Ponte Morandi: chi dimentica è complice

A quattro anni dalla tragedia ancora non c'è un colpevole. E qualcuno ci ha persino guadagnato sopra.

A quattro anni dalla tragedia ancora non c'è un colpevole. E qualcuno ci ha persino guadagnato sopra.

Domenica 14 Agosto 2022

Sono passati quattro anni da quella mattina del 14 agosto 2018. E ancora oggi, dopo quattro anni, non ci sono  responsabili per la tragedia del Ponte Morandi.

"Ma i tempi della Giustizia sono questi, occorre tempo perché faccia il suo corso." Vero. Tutto vero. Ma, aldilà dell'intervento giudiziario, era lecito aspettarsi che fosse la politica a prender subito provvedimenti nei confronti di chi aveva tratto il massimo profitto da decenni di mancate manutenzioni. Magari revocando delle redditizie concessioni a chi aveva drammaticamente dimostrato di non essere in grado di occuparsene. 

E invece, ad oggi, non c'è nessuno che abbia pagato. Anzi, a dirla tutta qualcuno c'è: lo Stato, ossia tutti noi. Acquistando attraverso CDP le quote di Autostrade per l'Italia detenute da Atlantia per la modesta cifra di 8,1 miliardi di euro, abbiamo compensato la famiglia Benetton per il servizio svolto con una generosa sommetta: 2,4 miliardi

E non è finita. Proprio in questi mesi Edizioni, la holding dei Benetton, si è avvalsa di quest'introito per lanciare un'OPA nei confronti di Atlantia, società che gestisce autostrade e aeroporti in undici Paesi e che al momento è controllata "solo" al 30% da Sintesi, una subholding della summenzionata Edizioni.

Eh sì, avete capito bene. Dopo tutto quello che è successo, dopo tutti i proclami indignati cui abbiamo assistito, il risultato complessivo che la nostra classe politica ha ottenuto è stato questo: nazionalizzare Autostrade per l'Italia finanziando (a caro prezzo, tra l'altro) la scalata dei Benetton ad Atlantia.

E siccome allo squallore non c'è mai fine, nel mese di maggio la cronaca ci ha regalato un ulteriore elemento, che alle maggiori testate è curiosamente sfuggito. La società veicolo messa in piedi da Edizioni per lanciare quest'OPA in collaborazione con un fondo straniero è stata chiamata "Schema43".

Quarantatre. Come le vittime di quel giorno infame di quattro anni fa. Che si tratti di un caso infelice o di una scelta ponderata, il nome con cui è stata fondata questa società civetta è l'ennesimo macabro attestato dell'impunità di cui godono i padroni del vapore in quest'Italia sempre più svuotata della sua statualità.

A chi toccherà il compito di ricostruire il nostro Paese spetta anche l'onere di conservare la memoria di questa vicenda. Tenendo bene a mente quali siano i personaggi su cui grava la responsabilità politica, se non penale, di questa tragedia che non si può e non si deve dimenticare.

Condividi su: