In Commissione Ambiente del Senato è iniziata la discussione del ddl 1132 sul ritorno del nucleare in Italia.
Noi di Pro Italia abbiamo dedicato al tema convegni e approfondimenti dunque, in prima battuta, abbiamo salutato positivamente la prospettiva che l'energia nucleare potesse entrare nell'agenda del Governo italiano. Tuttavia è bastato semplicemente scorrere il testo del ddl perché saltasse subito all'occhio che la realtà è molto diversa rispetto a quanto suggeriscono certi titoli di giornale.
Già all’articolo 1 del ddl, dedicato alle finalità del provvedimento, emerge il primo dettaglio inquietante: l’espressione “cambiamenti climatici” precede il riferimento alla “sicurezza dell’approvvigionamento energetico”. Questo tributo all'ideologia del millenarismo climatico, che di per sé potrebbe sembrare un fattore eminentemente estetico, in realtà ci dice già moltissimo sull'impostazione ideologica del provvedimento. Procedendo oltre, vien fuori una retorica straordinariamente generica che lascia grosse perplessità sia sulle competenze del redattore sia sulla reale volontà di concretizzare qualcosa. Tanto per fare qualche esempio: non è assolutamente dato sapere cosa si intenda con l'espressione “nucleare di nuova generazione”, non esiste neppure l'accenno a un cronoprogramma, anche solo indicativo, e risultano vaghe, anzi vaghissime, le proposte da integrare nel PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima). All'articolo 7 c'è poi una vera e propria chicca: si impone al Ministro di individuare il luogo dove costruire il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi entro un anno dall'approvazione della legge delega. Tutto bellissimo, peccato che i contenitori del combustibile dei vecchi impianti italiani rientreranno nel nostro Paese in meno di un anno... Da oggi.
Insomma, alla fine della fiera, purtroppo, al momento quest'iniziativa della maggioranza di centro-destra risulta tutto fumo e poco, pochissimo, arrosto, prona com'è a un'ideologia "green" che ormai ha fatto proseliti da sinistra a destra. Vedremo cosa verrà fuori dal dibattito parlamentare ma, è bene saperlo fin d'ora, l'esito tragicamente più verosimile è che vengano ulteriormente diluiti i pochi buoni propositi messi nero su bianco.