Come avevamo ampiamente ma anche facilmente, anticipato, il Sindaco di Roma, Gualtieri e la sua giunta, hanno messo a punto delle modifiche all’iniziale progetto della ZTL capitolina che sono ben lungi da quell’essere “sostanziali” come invece da essi decantate.
Inoltre queste piccole ed insignificanti rettifiche non sono il frutto di un "motu proprio" degli attuali inquilini del Campidoglio ma nascono dietro la spinta di manifestazioni cittadine, denunce sociali ed ai vari comitati che sono nati contro questa eurofollia e che hanno raccolto oltre 100.000 firme ed adesioni.
I varchi permangono, come anche l’estensione della fascia verde. Ciò che cambia è una deroga nei confronti non solo delle automobili Diesel euro 4 e benzina euro 3, che nel nuovo progetto al vaglio dell’Arpa Lazio sono escluse dal provvedimento, ma anche per le altre categorie più inquinanti. Per quest’ultime infatti è previsto un massimo di chilometri percorribili all’interno della ZTL ogni anno ed il cui monitoraggio verrà effettuato grazie ad un dispositivo che verrà montato a bordo di ogni vettura, il move-in.
La seconda opzione sarà quella di acquistare un pacchetto di ingressi alla fascia verde, come avviene già nella Milano di Sala.
Come già detto: basta pagare!
Ma non bisogna cadere nel tranello: sono metodiche finalizzate a rendere più ingurgitabile l’inaccettabile presenza di varchi all’interno delle città. È questo che va contrastato radicalmente e profondamente!
Creare dei cancelli prevede la possibilità di poterli chiudere (è proprio questo il fine di un cancello) anche se dovessero essere costruiti i oro o mantenuti aperti in un primo momento: nulla negherà la possibilità di ridurre gli aventi diritto al transito, sempre più, sino ad escludere totalmente l’accesso con mezzi propri alla città.
La vulgata pseudoambientalista non può abbattersi sui cittadini facendo pagare loro tutto il prezzo della cosiddetta transizione ecologica.
Come già detto: l’Italia necessità di una nuova reindustrializzazione avanzata. Se lorsignori credono che l’elettrico sia l’attuale risposta migliore (e parecchi dubbi vi sono al riguardo), devono convincercene sinceramente e renderlo sociale. In tempi di crescente disoccupazione ed incertezza, si crei una nuova azienda statale di automobili elettriche (o ad altra propulsione verde ed efficace)e che la produzione avvenga in Italia generando posti di lavoro e prodotti di qualità a prezzo popolare e sociale affinché ogni dipendente italiano possa dotarsene in maniera vantaggiosa.
Città più pulite sì. Ma sempre libere nell’accesso. Altrimenti è chiaro che i fini siano ben altri...