Curioso, davvero molto curioso: 90 persone - ovvero i dipendenti di SiGiFer - sbattute in mezzo alla strada in diretta TV per bocca di un dirigente statale che voleva fare bella figura con il pubblico di Bruno Vespa.
Quale sarebbe la loro colpa o, per dirla in termini giornalistici, la loro responsabilità oggettiva nella tragedia di Brandizzo? Quella di lavorare in un'azienda che fa parte della piramide di appalti, sub-appalti e sub-sub-appalti tanto cara agli alfieri della competitività e del rigore di bilancio?
Sì, perché la SiGiFer è una di quelle migliaia di aziende nate negli anni '90 per cavalcare l'onda delle parcellizzazioni del settore pubblico. Per quale motivo - pensavano i burocrati di allora - le Ferrovie dello Stato dovrebbero avere a libro paga degli operai specializzati nella manutenzione quando ci si potrebbe rivolgere al "mercato" e chiedere alle società private di scannarsi tra di loro con offerte al ribasso? E non solo per aggiustare le rotaie, ma per qualsiasi ambito che coinvolga un ente pubblico: andate sulla sezione "BANDI E APPALTI" del sito del vostro Comune o della vostra Regione e vi si aprirà un mondo.
Forse, e dico forse, sarebbe utile farsi qualche domanda sulla stabilità e sull'effettiva bontà di questo meccanismo prima di lanciarsi in dichiarazioni tanto roboanti con le indagini ancora in corso. Se verranno accertate le colpe dei responsabili e dei proprietari dell'azienda, che li si colpisca senza attenuanti ma che altrettanto venga fatto anche con i passacarte che, dall'altro lato, fanno spallucce dinnanzi a tali storture: pensare di risolvere questo gigantesco problema strutturale dell'Italia liberandosi di un fornitore divenuto mediaticamente scomodo fottendosene delle conseguenze che patiranno gli altri operai non è da stronzi, è da criminali.
Oppure vogliono dirci che Rete Ferroviaria Italiana li assumerà direttamente o li aiuterà a ricollocarsi in altre aziende? Non ci credo neanche se lo vedo.