Tu chiamali, se vuoi, democratici

Al "summit della democrazia" di Joe Biden ha partecipato anche Mario Draghi

Al "summit della democrazia" di Joe Biden ha partecipato anche Mario Draghi

Giovedì 9 Dicembre 2021

Joe Biden ha indetto un clamoroso "Summit per la democrazia" a cui sono stati invitati 100 paesi.

D'altronde stiamo parlando di Joe Biden, un guerrafondaio che ha appoggiato qualsiasi aggressione statunitense ai danni di paesi sovrani, dall'Iraq alla Libia, con i risultati che ben conosciamo. Chi meglio dell'attuale presidente USA potrebbe indicare la via per lo sviluppo democratico e civile dei popoli del mondo?

Tra gli invitati, il premier francese Emmanuel Macron, distintosi per aver schiacciato il malcontento popolare a colpi di manganello. E ovviamente il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, che si è lasciato andare a dichiarazioni roboanti sul successo del modello europeo dinnanzi alla pandemia.

Le parole di Super Mario sono state un capolavoro di ipocrisia e retorica spicciola, tutte prelibatezze per i media nostrani. Secondo Draghi l'Unione Europea è riuscita a trasformare la pandemia "in un'opportunità per superare iniquità di lungo periodo" perché ha "scommesso in grande sulle generazioni future". Non solo, mr. Goldman Sachs ha parlato di "inclusione sociale" e contrasto "all'intolleranza e alla discriminazione".

Poco importa che, proprio sotto la sua guida, in Italia si sia vista la più grande contrazione dei diritti sociali dal dopoguerra. Poco importa che a milioni di cittadini italiani sia precluso l'esercizio del proprio diritto a lavorare, frequentare lezioni scolastiche, spostarsi e partecipare alla vita sociale. Poco importa che una minoranza interna al paese sia trattata alla stregua di una cellula terroristica e che il tutto avvenga con l'avallo delle autorità.

Draghi ha pure annunciato che "nei prossimi 5 anni l'Italia spenderà più di 235 miliardi di euro" per risollevare servizi, trasporti, sanità e scuola. Peccato che si tratti in gran parte dei soldi a strozzo del Recovery Fund, legati alle riforme suicide che Bruxelles ci chiede da anni e che finiscono sempre per colpire lo stato sociale. Peccato che nella "Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza" siano previsti 6 miliardi di tagli alla spesa sanitaria tra il 2022 e il 2023.

Non a caso, i tagli alla spesa pubblica che hanno messo in ginocchio il Sistema Sanitario Nazionale e la scuola sono proprio il frutto delle politiche neoliberiste tanto care a Mario Draghi. Quelle del "ce lo chiede l'Europa", ricordate?

Insomma: quelli come Draghi creano il problema e offrono la soluzione. O meglio, la impongono. Per amore della democrazia, si intende.

Condividi su: