Joe Biden ha indetto un clamoroso "Summit per la democrazia" a cui sono stati invitati 100 paesi.
D'altronde stiamo parlando di Joe Biden, un guerrafondaio che ha appoggiato qualsiasi aggressione statunitense ai danni di paesi sovrani, dall'Iraq alla Libia, con i risultati che ben conosciamo. Chi meglio dell'attuale presidente USA potrebbe indicare la via per lo sviluppo democratico e civile dei popoli del mondo?
Tra gli invitati, il premier francese Emmanuel Macron, distintosi per aver schiacciato il malcontento popolare a colpi di manganello. E ovviamente il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, che si è lasciato andare a dichiarazioni roboanti sul successo del modello europeo dinnanzi alla pandemia.
Le parole di Super Mario sono state un capolavoro di ipocrisia e retorica spicciola, tutte prelibatezze per i media nostrani. Secondo Draghi l'Unione Europea è riuscita a trasformare la pandemia "in un'opportunità per superare iniquità di lungo periodo" perché ha "scommesso in grande sulle generazioni future". Non solo, mr. Goldman Sachs ha parlato di "inclusione sociale" e contrasto "all'intolleranza e alla discriminazione".
Poco importa che, proprio sotto la sua guida, in Italia si sia vista la più grande contrazione dei diritti sociali dal dopoguerra. Poco importa che a milioni di cittadini italiani sia precluso l'esercizio del proprio diritto a lavorare, frequentare lezioni scolastiche, spostarsi e partecipare alla vita sociale. Poco importa che una minoranza interna al paese sia trattata alla stregua di una cellula terroristica e che il tutto avvenga con l'avallo delle autorità.
Draghi ha pure annunciato che "nei prossimi 5 anni l'Italia spenderà più di 235 miliardi di euro" per risollevare servizi, trasporti, sanità e scuola. Peccato che si tratti in gran parte dei soldi a strozzo del Recovery Fund, legati alle riforme suicide che Bruxelles ci chiede da anni e che finiscono sempre per colpire lo stato sociale. Peccato che nella "Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza" siano previsti 6 miliardi di tagli alla spesa sanitaria tra il 2022 e il 2023.
Non a caso, i tagli alla spesa pubblica che hanno messo in ginocchio il Sistema Sanitario Nazionale e la scuola sono proprio il frutto delle politiche neoliberiste tanto care a Mario Draghi. Quelle del "ce lo chiede l'Europa", ricordate?
Insomma: quelli come Draghi creano il problema e offrono la soluzione. O meglio, la impongono. Per amore della democrazia, si intende.
Tu chiamali, se vuoi, democratici
Al "summit della democrazia" di Joe Biden ha partecipato anche Mario Draghi
Al "summit della democrazia" di Joe Biden ha partecipato anche Mario Draghi
Giovedì 9 Dicembre 2021