"Quello che è accaduto negli ultimi due anni, con focolai di crisi che si continuano a moltiplicare è figlio dell'invasione russa. Quando saltano le regole del diritto internazionale si rischia di ritrovarsi in un mondo in cui chi è militarmente più forte invade il suo vicino."
Questa frase intrisa di propaganda e post-storicità è stata pronunciata da Giorgia Meloni a Kiev alla presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e della presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen.
Perché le parole della Meloni dovrebbero farci riflettere? Perché racchiudono tutta l'alienazione dalla Storia e dalla realtà di cui ormai sono permeate le classi dirigenti europee. In pratica secondo il Presidente del Consiglio i focolai in giro per il globo sarebbero esplosi a seguito dell'inizio delle ostilità in Ucraina (dunque anche l'attuale massacro di Gaza...) e tale azione sarebbe un unicum talmente inconcepibile da far saltare in aria l'idillio tra le nazioni.
Ci chiediamo dove abbia vissuto la Meloni in questi ultimi anni, durante le numerose "guerre democratiche" scatenate o supportate dal blocco atlantico dal Nord Africa al Medio Oriente. Ipocrisia? Peggio. Perché il premier italiano non solo utilizza un peso e due misure ma tratta il tema della guerra come un qualcosa di assurdo. Peccato che chiunque viva con piedi ben piantati sulla terra sappia benissimo come i conflitti armati rappresentino, oggi come ieri, la conseguenza di interessi geopolitici, dispute economiche e frizioni culturali.
Ed è proprio qui il problema: in Europa si vive ancora nella menzogna di Fukujama, quella della fine della Storia. Una menzogna funzionale alla potenza egemone oltre oceano. Dunque davanti alle guerre dello Zio Sam si fa finta di nulla, di fronte alle guerre altrui ci si guarda sconvolti e increduli.
Il risultato di questa demenziale forma mentis, con cui intere classi politiche si sono completamente deresponsabilizzate, è il declino inesorabile del Vecchio Continente.