Storie di donne eroiche

In occasione dell'8 marzo, il ricordo di quattro italiane eccezionali

In occasione dell'8 marzo, il ricordo di quattro italiane eccezionali

Venerdì 8 Marzo 2024

Per questo otto marzo la sezione Pro Italia di Firenze ha voluto dedicare una serata di approfondimento storico e culturale ai profili di quattro grandi donne della Storia d'Italia: Cristina Trivulzio di Belgioioso, Ilaria Alpi, Maria Grazia Cutuli, Chiara Corbella Petrillo. L'elenco non è certo esaustivo (basta pensare ad altre figure, alcune quasi leggendarie, come la ciclista Alfonsa Morini, la scrittrice Grazia Deledda e la neurologa Rita Levi Montalcini). Ma la scelta dei profili è stata fatta prediligendo il coraggio e l'impegno, il messaggio dietro l'operato denso di elevato contenuto simbolico ed etico, l'eredità che queste donne lasciano agli italiani sino a trasformarle in un esempio per vecchie e nuove generazioni.

Nonostante il sacrificio talvolta estremo che queste donne hanno vissuto per tutta la loro vita o nei più caratterizzanti momenti, alcuni di questi nomi sono pressoché sconosciuti al grande pubblico. Cristina Trivulzio di Belgioioso ad esempio, patriota e scrittrice protagonista del Risorgimento, ha vissuto una vita travagliata tra impegno intellettuale, persecuzione e malattia eppure soltanto nel 2021 le è stato riconosciuto un monumento commemorativo in piazzetta Belgioioso a Milano. Complice probabilmente anche il progressivo degrado che la scuola pubblica italiana si trova ad affrontare, in particolar modo per l'educazione ai valori patriottici e all'approfondimento della Storia nazionale. Se escludiamo Ilaria Alpi, la cui vicenda ha destato un meritato clamore e guadagnato una progressiva attenzione da parte di media nazionali e autorità locali, una circostanza analoga come quella di Maria Grazia Cutuli non ha ancora ricevuto l'interesse che merita. Nel caso di Chiara Corbella infine, suggeriamo probabili cause culturali dietro alla scarsa divulgazione della sua vicenda: atteggiamenti "nevroticamente laicisti" in una società che vive le derive aberranti del politicamente corretto, al punto da non sapere (o non volere) scorgere dietro a un vissuto, di per sé già ammirabile per l'alto contenuto umano, una chiave di lettura che vada oltre. Che può farci ricordare una componente necessaria e innegabile della natura umana, quella del trascendente, nella sua funzione più profonda, trasversale e istruttiva, indipendente dall'appartenenza confessionale di chi ne è protagonista o di chi legge.

Queste donne, come molte altre che non conosceremo mai, hanno affrontato il loro destino delineando il quadro della loro missione di vita giorno per giorno con la consapevolezza, talvolta solo parziale, dei rischi a cui andavano incontro con la loro opera. A noi il compito assai meno arduo di preservarne la memoria.
Glielo dobbiamo.

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