Oggi il nostro tricolore compie 225 anni.
La bandiera del proprio paese, nell'epoca dell'attacco globale alle identità nazionali, è oggi più di un semplice vessillo: è una fortezza. Una fortezza dentro la quale preservare la cultura e la memoria di un popolo.
Gioie, trionfi, disfatte e tragedie. Il tricolore racchiude le pagine della nostra Storia, da quelle che vorremmo rivivere a quelle che vorremmo seppellire per sempre. Il tricolore parla di noi ed è un vessillo di identità che spicca sulla fanghiglia globalizzata, un drappo che garrisce ancora, ostinatamente, assieme a quelli di tutti i popoli sulla Terra. Popoli fratelli, uniti nella difesa delle proprie libertà e delle proprie peculiarità dall'attacco di un mostro senza volto e, non a caso, senza patria.
Certo, chiunque può sventolare una bandiera italiana. Allo stadio, da un balcone, in piazza. Abbiamo visto i più vili traditori partecipare a cerimonie colme di tricolori, tra fanfare, orchestre ed inni. Persino oggi i rappresentanti delle forze politiche più attive nella svendita della nostra sovranità hanno il coraggio di rispolverare il verde, il bianco e il rosso.
La differenza tra l'ipocrita sciovinismo e il vero patriottismo sta tutto nel valore che attribuiamo a quella bandiera. Per i garanti del vincolo esterno, spesso decorati con Legion d'Onore francesi e avvolti nello straccio blu a dodici stelle, quel valore non esiste. Per noi patrioti, invece, rappresenta tutto ciò per cui vale la pena battersi.